Lutto per Adriano Celentano, una grave perdita per il Molleggiato

Praticamente chiunque conosce le sue poesie in grado di completare tante melodie, eppure soltanto in pochi sanno che sono opera sua. Questo, purtroppo o per fortuna, è la sorte di tanti parolieri. Adesso il mitico Adriano Celentano si trova a dover dire ‘addio’ al suo, Mauro Coppo. Amico ma, soprattutto, autore di una sua indimenticabile canzone.

Non soltanto Adriano Celentano, che accompagnò sin dai suoi esordi, quando era ancora un giovane sconosciuto, e per cui scrisse brani come ad esempio Che dritta. Il compianto Mauro Coppo ha realizzato anche una canzone per Mina, La gente ci guarda, che dopo lasciò al fratello Geronimo. Aveva dimostrato talento pure scrivendo di musica.

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Lutto per Adriano Celentano

Mauro Coppo era nato nel 1937 ed è venuto a mancare lo scorso 12 febbraio, all’età di 85 anni, all’Hospice Zaccheo dell’ospedale Santo Spirito dove era ricoverato da qualche giorno. Da anni abitava a Borgo San Martino, paese della moglie Irma Tonelli, scomparsa anni fa, in provincia di Alessandria. “Faceva una vita molto ritirata”, ha spiegato Fabio Zavattaro, sindaco del posto.

“Ma aveva avuto successo in età giovanile, quando, appassionato di musica come era, aveva scritto canzoni per big della musica”, ha poi proseguito ricordando i suoi grandi successi. “È una stupidaggine dividere la musica in generi. In ognuno c’è del bello e del brutto, va apprezzata nel suo insieme”, sosteneva spesso.

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Adriano Celentano, Mina, ma anche Fred Buscaglione per cui scrisse Il duro. Poi una casa di torrone per lo Zecchino D’oro e Quattro lacrime e Labbra di fuoco con Natalino Otto e Flo Sandon’s. Forse, la più vincente collaborazione fu con Ginetto Prandi, lui lavorava alle parole e il caro collega agli spartiti e “s’intendevano a meraviglia”, come riporta La Stampa.

Di quest’ultimo aveva scritto un sentito ritratto “alla memoria” su Il Monferrato. Inoltre fu l’autore di altri articoli come Il jazz – questo sconosciuto, genere musicale che lo appassionava maggiormente. Aveva poi lavorato nell’ospedale dov’è morto, nell’ufficio della Ragioneria col casalese Carlo Baviera e poi venne trasferito all’Archivio.

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