La sua vita è diventata leggenda molto tempo fa. Le sue gesta hanno assunto connotati iconici. La sua storia personale è divenuta mito e fiaba. L’esistenza del grande Pelé, Edson Arantes do Nascimento, raffinato, incisivo, aggressivo e intelligente campione calcistico è ascesa alla sfera dell’apollineo, dopo aver navigato a lungo nel dionisiaco.
Una perla rara che ha saputo sfruttare a pieno titolo la sua esperienza, per renderla quanto più decisiva possibile. La sua rabbia, l’infanzia povera e l’enorme talento, lo hanno reso probabilmente il giocatore più forte di tutti i tempi. Al suo pari, storicamente, veniva considerato soltanto Diego Armando Maradona. Sui due, negli anni, si è acceso un ampio dibattito su chi potesse essere il migliore. I due fenomeni, da sempre grandi amici, hanno sempre speso risate in merito, contribuendo ad alimentare la leggenda.
Pelé oggi: anni, altezza, peso, nome vero, mogli, figli, la malattia, ministro dello Sport
I numeri raccolti durante la vita da calciatore sono sempre stati più eloquenti delle parole. Pelé ha segnato in carriera più di 1.200 reti, stabilendo un record difficilmente attaccabile, una media di quasi un gol a partita. Ed è inoltre stato l’unico giocatore ad aver vinto tre campionati del mondo, su quattro disputati in totale. Precisamente nel 1958, nel 1962 e nel 1970.
Il lungo cammino nel rettangolo verde per il campione brasiliano è iniziato nel lontano 1956. Con un gol all’esordio, nel giro di un anno Pelé si è conquistato il posto nella nazionale. Grazie alle brillanti prestazioni del campione, il Brasile, da terza squadra del Sud America è asceso rapidamente, fino ad arrivare alla vittoria ai mondiali di Svezia del 1958. Grazie a quell’occasione, il talento straordinario di Pelé si è presentato al mondo. Da quel campionato deriva la coniazione del suo soprannome più celebre. La perla nera.
Dopo diciotto anni e nove campionati vinti con l’iconico club del Santos, periodo nel quale ha affrontato anche gli altri tre mondiali, due dei quali vinti, è passato nel 1975 al team statunitense dei New York Cosmos. Nel club della east coast ha militato per tre anni, che lo portarono, nel 1977, ha conquistare la vittoria al North American Soccer League. Il suo storico addio al calcio è avvenuto l’1 ottobre del 1977. Al Giants Stadium, di fronte a 75mila tifosi, l’ormai leggendario calciatore ha giocato il primo tempo con la maglia dei Cosmos, cambiando casacca e passando tra le fila del suo storico club, il Santos, per tutto il secondo tempo.
Una volta dato l’addio al calcio giocato, Pelé non si è discostato dall’ambiente. Il suo contributo, ideologico e pratico, è stato significativo per la comunità calcistica internazionale. La sua presenza, veicolo di valori e passione, ha raggiunto l’apice della sua importanza quando è stato nominato ministro straordinario dello Sport in Brasile, nel 1995. Da quel ruolo si è poi dimesso nell’aprile del 1998. Nella sua lunga vita Pelé è stato anche attore e autore di diversi libri. Una delle fatiche letterarie è stata poi trasformata in un film biografico.
Edson Arantes do Nascimento, universalmente riconosciuto come Pelé, è nato a Três Corações, in Brasile, il 23 ottobre del 1940, sotto il segno dello Scorpione. Il fenomeno è alto 173 centimetri, per un peso di 75 chilogrammi. In pochi sono a conoscenza del fatto che Pelé sia figlio d’arte.
Il padre, João Ramos do Nascimento, o Dondinho, come era conosciuto nel mondo del calcio, era anch’egli un giocatore professionista, considerato uno dei migliori colpitori di testa dell’epoca. La madre Celeste, invece, pare sia stata una straordinaria donna di casa, dedita interamente alla cura della famiglia.
Oltre ad essere stato il più grande calciatore di tutti i tempi, Pelé ha sempre avuto la fama di essere stato un grande rubacuori. Come lui stesso ha affermato, le donne hanno giocato un ruolo fondamentale nella sua vita. Il 21 febbraio 1966 Pelé ha sposato Rosemeri dos Reis Cholbi. Dalla loro relazione sono nati due figli. La loro storia d’amore si è conclusa nel 1982, con il loro divorzio. Tra il 1981 e il 1986, poi, è stato legato a Maria da Graça Meneghel, conosciuta con lo pseudonimo Xuxa, conduttrice televisiva, attrice, cantante e imprenditrice brasiliana.
Dopo aver oltrepassato la soglia dei 50 anni, il 30 aprile del 1994, il campione brasiliano si è sposato con la psicologa e cantante gospel Assiria Seixas Lemos, di circa vent’anni più giovane di lui. La relazione si è interrotta inevitabilmente con un’altra separazione. Dopo un lungo periodo di solitudine, Pelé ha trovato la quiete sentimentale con la conoscenza di Marcia Cibele Aoki. Lei, 43enne, è un’importante imprenditrice giapponese-brasiliana di attrezzature mediche. I due si sono incontrati a New York nel 2010, e si sono uniti in matrimonio nel 2016.
Per quanto riguarda il suo rapporto con la progenie, Pelé ha spesso affermato di non essere stato un buon padre. “Non sono stato un buon padre. Forse perché lavoravo troppo non mi sono mai reso conto di quello che succedeva vicino a me”. La citazione è stata direttamente rilasciata in seguito all’arresto di uno dei suoi figli, Edson “Edinho” Cholbi do Nascimento, nel 2005.
Malgrado la vita impegnata, il calciatore ha avuto ben sette figli, testimonianza della turbolenta vita sentimentale. Con Rosemeri Cholbi ebbe due figlie, Cristina e Jennifer Kelly, e un figlio, il già citato portiere Edinho. Dalla seconda moglie, la psicologa Assiria Seixas Lemos, ha invece avuto due gemelli. Joshua e Celeste, ora 19enni. Un’altra figlia, Sandra Arantes, avuta da una relazione fugace con la ex collaboratrice domestica Anizia Machado, è venuta a mancare nel 2006. La settima e ultima figlia, infine, è nata al di fuori del vincolo matrimoniale. Flávia Christina Kurtz Nascimento è nata dall’unione tra il campione e Lenita Kurtz, una giornalista.
A partire dal 2014 le sempre più precarie condizioni di salute di Pelé hanno iniziato a preoccupare l’intera nazione brasiliana, e non solo. In seguito a un ricovero per coliche renali, si è avviata una stagione lunga e altalenante dentro e fuori gli ospedali. A causa di mali temporanei e vecchie problematiche, tra queste una compressione che lo stava gradualmente privando dell’uso delle gambe.
Con un intervento alla colonna vertebrale, si è risolto il tutto nel migliore dei modi. Nel 2016 i problemi di salute gli hanno impedito di accendere la torcia olimpica alle competizioni di Rio. Nel 2019, infine, gli ultimi sussulti conseguenti a un malore avuto in albergo. Ricoverato a Parigi, è stato poi trattenuto in via precauzionale prima del rientro in Brasile.
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